La situazione legata all’influenza aviaria è sempre più difficile e i ritrovamenti di volatili contaminati dal virus H5N1 si susseguono a ripetizione.
I potenziali rischi per l’uomo ci sono, è inutile e controproducente nasconderli, ma sono abbondantemente controllabili con un’attento monitoraggio.
Complessivamente la situazione è sotto controllo, ma i media con la loro continua ricerca dello scoop continuano ad aggravarla.
La produzione avicola è in pesante crisi, e con lei anche tutte le attività collegate, come il mercato dei cereali. L’avicoltura italiana, probabilmente la più sicura oltre che qualitativamente la migliore al mondo, rischia quindi la chiusura, e non è detto che abbia poi ad emergenza passata la volontà e la forza di ripartire. La chiusura dei nostri allevamenti potrebbe esporci a future e consistenti importazioni di carni avicole dall’estero, con un evidente peggioramento della qualità delle carni stesse; come dire, oltre al danno la beffa.