Sono iniziati i saldi di fine stagione e la ressa nei punti vendita registrata sabato e domenica fa pensare che di crisi l’Italia non ne stia vedendo nemmeno l’ombra anche se la realtà è ben diversa.
In Italia i saldi hanno un grande successo. Probabilmente è l’idea di acquistare un prodotto ad un prezzo inferiore (o almeno credere che sia così) a stuzzicare gli italiani, disposti anche ad accettare che un articolo venga venduto il 24 dicembre a 1000 euro e 10 giorni dopo a 500, “scontato” del 50%.
In campo alimentare i saldi ci sono tutto l’anno e non c’è stagione che tenga. Ogni giorno sull’amato scaffale c’è qualcosa in offerta o in saldo, basta cercare, è talmente diffusa che è diventata una strategia di vendita e alcuni prodotti vendono soprattutto o quasi unicamente quando in saldo. Ci chiediamo quanto sia serio questo meccanismo, invitare all’acquisto proponendo uno sconto che di fatto è già calcolato e compreso nel prezzo.
E’ un sistema che non aiuta inoltre i consumatori ad acquistare secondo le personali esigenze ma al pari della pubblicità li indirizza abilmente verso i prodotti scontati.
Questo sistema non ci piace, fa riempire i carrelli ma non ci piace. A dire la verità ci sembra anche poco corretto.