La legge che regola il mercato interno del riso è oggetto di riforma e la filiera ha una nuova proposta condivisa in dirittura di approvazione. La quasi – legge sta facendo discutere. Di seguito un mio breve commento:
La legge attualmente in vigore risale al 1958 e tra i punti cardine ha quello dell’indicazione in etichetta del nome della varietà di riso. Negli ultimi 15 – 20 anni la tendenza è stata quella di permettere mediante decreto di etichettare varietà di riso simili con lo stesso nome. Questo è sempre stato a vantaggio delle nuove varietà e a danno di quelle storiche, spesso date per spacciate e senza futuro. Le varietà storiche come Arborio, Vialone Nano, Sant’Andrea, Carnaroli et al., invece non perdono occasione per mostrare tutta la loro rusticità come nel caso delle annate 2011 e 2014, le meno produttive degli ultimi 50 anni.
Chiamare una varietà di riso con il nome di un altra, anche se consentito dalla legge equivarrà sempre ad un falso. Le differenze ci sono e non sono trascurabili. Per rendersene conto è possibile consultare le schede varietali presenti nel sito dell’Ente Nazionale Risi.
Tra le “innovazioni” volute dalla filera riso, anche la cancellazione della classificazione comune, semifino, fino e superfino, peculiarità tutta italiana archiviata per uniformarsi al sistema europeo (tondo, medio e lungo).
Apprezzo molto questi articoli ed il lavoro fatto da Dario Bressanini e Beatrice Mautino, il settore riso italiano è in crisi d’identità e ha bisogno di essere spinto al confronto per evitare di portare avanti riforme sbagliate. Tra gli aspetti più sorprendenti di questa legge c’è il trattamento riservato ad un riso che ha incontrato in particolare il gusto cinese, la varietà Augusto che finirà nella griglia Ribe assieme ad altri risi completamente diversi. In sostanza questo riso verrà chiamato con lo stesso nome riservato ad altri risi diversi e ad esempio non graditi ai consumatori cinesi che ricercano esclusivamente Augusto. Consumatori cinesi che non potranno avere la certezza dell’acquisto basandosi esclusivamente sull’etichetta. Assurdo.
Un altro esempio è Selenio, un fuoriclasse italiano sconosciuto ai più perché venduto praticamente quasi sempre con altri nomi come Originario. E’ un riso a granello tondo e cristallino, ideale ad esempio per il sushi. E’ molto diverso rispetto ad altri risi tondi cristallini ed è il più apprezzato dal mercato, sempre disposto a pagarlo di più. Anche per questo riso la nuova legge non ha trovato spazio.