Author Archives: Carlo Zaccaria

Ridateci il piacere del pane, quello buono, vero e magari con una bella crosta.

Il tempo ha sempre i suoi particolari e i suoi caratteri che lo caratterizzano. In materia di pane se dovessimo azzardare un carattere simbolo di questo tempo, passiamo dai forni che hanno segnato il passato al freezer. I consumatori sembrano gradire e senza azzardare percentuali, è davvero tanto il pane acquistato in luoghi dove arriva congelato e viene riscaldato al momento e poi impacchettato e acquistato al volo. E’ un pane che sembra quasi finto e non ha granché da dire come sensazioni gustative. Va detto anche che è assurdo consumare un prodotto in precedenza congelato quanto è altrettanto semplice trovare quello preparato all’istante. Anche molto del pane preparato all’istante lascia un po’ a desiderare, pagnottine anonime di poca sostanza, immangiabili il giorno dopo. Brutta storia per noi, cresciuti a panini con il pane del giorno prima e che alla festa mangiavamo quelle grandi pagnotte che duravano anche 15 giorni.

Alcuni sostengono che il pane non è più buono perché è peggiorata la qualità delle farine che non si capisce più da dove arrivano anche se si intuisce quanti siano i trattamenti che le granaglie subiscono per resistere a così tanti spostamenti.

Ridateci per favore il piacere del pane, ve lo chiediamo col cuore. Rivogliamo il pane buono, quello vero e magari con una bella crosta dura

L’Italia dello sci si gode una delle sue campionesse.

spm08.jpgSono diversi anni che vediamo sciare Denise Karbon e siamo molto contenti dei risultati eccellenti che sta ottenendo in slalom gigante (4 vittorie consecutive). Non abbiamo mai dubitato delle grandi qualità delle sciatrici azzurre, anche quando i risultati tardavano ad arrivare come ad esempio durante le Olimpiadi di Torino. Il sito di Denise ad esempio è da sempre nei link del nostro blog dedicato a Torino 2006.

Complimenti a Denise per la sua bravura e per la tenacia con cui ha ottenuto uno di quei risultati che ti mettono tra i grandi di sempre perché 4 vittorie consecutive solo le grandi campionesse riescono a farle.

La foto è tratta da www.denisekarbon.it

Tra tanti scaffali il vuoto.

A giudicare dalla tendenza attuale e dalle mega costruzioni che stanno invadendo città e periferie, sembra che la gente ami i grandi centri commerciali, quei luoghi fatti di immense scaffalature strapiene di prodotti. Entri in questi luoghi e vedi un mare di persone che frettolosamente riempiono i carrelli e hai l’impressione che potrebbero anche farlo ad occhi chiusi. Anch’io Sovversivo del Gusto faccio a volte la spesa nei  grandi supermercati ma la sensazione che ho più di frequente è che in tutto quell’insieme di scaffali e prodotti le cose che davvero cerco siano proprio poche. A conti fatti i prodotti sono sempre gli stessi e se sei ad esempio in cerca di ricette nuove per i tuoi risotti le scelte sono proprio poche. Com’è possibile che tra i tanti scaffali ci sia il vuoto?

Quando entri invece in una bottega ben curata o in una gastronomia hai sempre l’imbarazzo della scelta,  trovi formaggi e bottiglie importanti, prodotti particolari e sfiziosi, salumi ben stagionati, magari anche salami d’oca fatti con la carne di quest’animale e non con grasso in prevalenza. La quantità non serve, soprattutto se è omologata e non di qualità. Meglio il poco, buono e che ti consente di fare un’esperienza gustativa in grado di riempirti non solo la panza ma anche il cuore.

E dopo il cenone di San Silvestro, il piacere del dentrifricio made in India.

Il cenone di San Silvestro si avvicina e molti super affamati reduci dalle strafogate natalizie sono pronti ad affilare forchetta e coltello per riempire a dovere la panza per iniziare di “peso” il 2008.
Sul capodanno degli italiani è piombato addirittura il cenone low cost a 11 soli euro, in barba alle materie prime di qualità. Il Corsaro con 11 euro a malapena si sarà comprato il Panettone artigianale di Savigliano, lui che non solo è attento a ciò che mangia e che propone ai propri figli, ma anche a quello che da agli animali che alleva.
Concluso il cenone, prima del meritato riposo dopo le fatiche dell’abbuffata, le piacevoli operazioni di igiene dentale, magari con dentrifricio made in India, come quello riposto nel mio armadietto. Giorni fa la triste scoperta che un po’ di disturbo mi ha creato alla lettura completa dell’etichetta del dentifricio che utilizzo da sempre e che ora forse non utilizzerò più.
Neppure il dentifricio riusciamo più a fare in Italia.

Quali Bollicine amici sovversivi per il brindisi di Capodanno?

Se non siete abbastanza sovversivi del gusto per preferire bollicine esterofile a quelle nostrane non leggete questo articolo, non fa per voi.

Mai mi sognerei io di iniziare l’anno con bollicine non italiane e visto che ci sono segnalo un paio di etichette tra quelle che più apprezzo e che vi consiglio:
Balter brut riserva (chardonnay) e Orsolani cuvee’ storica (Erbaluce).

Vogliamo parlarne aggiungendone altre a questa breve lista, ad esempio tra gli eccellenti Franciacorta oppure in Piemonte il metodo classico di Bruno Giacosa o il Reirì di Pozzo (Viverone, Erbaluce)?

La UE e lo zucchero nel vino, ulteriore esempio di quanto siamo distanti.

Passo dopo passo diventa sempre più difficile non prendere le distanze dalla politica agricola dell’Unione Europea e della sua Commissione. Prendere le distanze perchè non ci rappresenta nel modo più assoluto. L’Europa delle banche, costruita sulle grandi rendite Finanziarie continua a muoverfe passi contro le produzioni “vere”, a vantaggio esclusivo dei prodotti “finti” più omologati, più semplici da produrre e da distribuire nel facoltoso mercato della distribuzione di massa.
Ora anche lo zucchero nel vino, con un voltafaccia francese che lascia stupefatti e perplessi. Ovviamente le etichette non menzioneranno alcunchè, d’altronde sono proprio figlie di questa politica bugiarda nei confronti della tradizione e dei prodotti che la terra crea senza manipolazioni alcune. L’Italia farà strada a se, ne siamo orgogliosi e urleremo sempre a gran voce che da noi lo zucchero nel vino non si mette.
E ora prepariamoci agli altri affondi che la Commissione Europea si appresta a muovere contro le nostre tipicità.

Golosaria 07: grandi soddisfazioni per i Sovversivi del Gusto Piemontesi.

Sono già trascorse due settimane dall’ultima Golosaria, svoltasi al Palazzo Isozaki di Torino ma il ricordo di due giornate stupende è ancora vivo. Abbiamo incontrato molta gente e molti amici tanti dei quali produttori come noi. Abbiamo assaggiato vini molto buoni, tra cui un Valle d’Aosta Blanc de Morgex et de La Salle Rayon 2006 ed un Nerello Mascalese “Passopisciaro” 2004 fantastici. Abbiamo conosciuto di persona un produttore di Barolo che stimiamo molto, Teobaldo Cappellano. E soprattutto abbiamo ricevuto riconoscimenti importanti che ci ripagano del duro lavoro.

Edoardo Bresciano, il Corsaro, è stato oggetto di questa bellissima dedica sul Golosario 2008.

corsaro-golosaria07.JPG

Artigiani Radiosi 2007 per il sottoscritto e per l’azienda della mia famiglia.

artigianoradioso2007.JPG

Durante la premiazione, sul palco io e mio fratello Matteo, Paolo Massobrio ha accennato alla grande moralità con cui svolgiamo il nostro lavoro ed è stato per noi molto gratificante.

Sul palco anche l’amico Luca Ripellino, sempre più un punto di riferimento per le sue grandi competenze gastronomiche.

Inutile educare al sesso, c’è la pillola del giorno dopo. 1000 al giorno in Italia.

I ragazzini del giorno d’oggi si amano troppo per utilizzare il preservativo, quello strano mezzo che toglie sensibilità ma che da sicurezza. Gonorrea, Erpes genitalis e anche Sifilide, tutti in aumento. Anche il temutissimo HIV sembra oggi non far più paura. Che generazione di rammolliti stiamo tirando su, al primo posto nella vita mettono il piacere assoluto, senza riserve, condizioni e doveri. Che fine hanno fatto i genitori ed il loro ruolo educativo, il loro saper responsabilizzare i figli nei confronti della vita e degli atti che la generano. L’unico freno sembra essere la gravidanza indesiderata, è solo quello il problema che un figlio ti può creare. E’ meglio quindi prevenire e non serve neanche farlo in modo serio, tanto c’è la pillola del giorno dopo. Nel dubbio è meglio prenderla, tanto ne vanno via 1000 al giorno solo in Italia. Un bel bocconcino di ormoni ed è tutto a posto. Il sesso protetto e fatto seriamente lasciamolo agli idioti, quelli che sanno rinunciare ad un po’ di piacere e che rispettano la vita.

Opinioni sul Vino: quando un disciplinare può minare l’identità di un vino, il caso del Roero Arneis e della nuova DOCG.

Il Roero Arneis è un vino bianco che ha segnato la mia esistenza. E’ un vino che adoro e che ha accompagnato molti miei pranzi e cene soprattutto quando in menù c’erano piatti a base di pesce. Non solo a tavola, ma anche come aperitivo, la bevibilità, l’armonia, la freschezza e aggiungendo un termine tutto mio la delicatezza di questo vino hanno sempre arricchito i miei momenti. Ora anche il Roero Arneis è cambiato, la DOCG, il nuovo disciplinare e la ricerca di una gradazione alcolica più “nobile”, hanno fatto perdere a mio avviso parte dell’identità di questo vino. Per me il Roero Arneis è un vino da 12°, 13° sono troppi e rendono caldo questo stupendo vino bianco piemontese. Io non comprendo le ragioni di queste scelte e vorrei che qualcuno mi aiutasse a farlo. Per quanto mi riguarda mi accontenterò delle doc di ricaduta ed ho già in temperatura qualche bottiglia di Langhe Arneis.

Dop, Igp, Stg, Biologico. Parliamone.

Fino a questo momento sul nostro blog sovversivo c’è stato solo qualche timido accenno alle denominazioni europee. Ritengo sia giunto il momento di affrontare l’argomento e mi prendo l’onere di aprire la discussione visto che da 8 anni lavoro nell’intento di avere la produzione del mio riso garantita da uno di questi marchi. Dopo 8 anni di lavoro la Dop per il riso della mia zona, la Baraggia è arrivata, e se anni addietro pensavo che questo fosse un punto di arrivo, oggi mi rendo conto che rappresenta solo un punto di partenza, una strada lunga e buia da seguire con molte incertezze. Se la Dop riso di Baraggia è all’inizio, molte altre denominazioni e certificazioni europee sono attive e operative per molti prodotti. Guardiamo quindi a questi ponendoci questi 3 quesiti:
Cosa sono queste denominazioni, a cosa servono e quali garanzie danno?
Io che ovviamente rispondo per primo avendo posto il quesito, con molta chiarezza accompagnata da molta delusione, mi sento di dire che: “avrebbero potuto significare, dare e garantire molto”.