Category Archives: Ambiente

Siccità nei campi ma non nei bacini in quota.

Secondo le dichiarazioni di alcuni esponenti del settore agricolo riportate sui vari quotidiani nazionali, i bacini di montagna utilizzati dalle centrali idroelettriche per produrre energia possiedono allo stato attuale riserve idriche in buona quantità. Sarebbe quindi opportuno destinare parte di queste risorse all’agricoltura ormai sofferente e alle prese con la conta dei danni causati dalla siccità! Se confermato siamo di fronte ad uno dei soliti problemi all’italiana, dove alcuni enti ragionano solo nel proprio interesse arrogandosi anche il diritto di decidere su risorse che spetterebbero ad altri. Si faccia immediatamente chiarezza!

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Meglio le Zanzare degli insetticidi.

Mi ero già espresso sulle disinfestazioni anti – zanzara, sulla loro tossicità e su come il benessere derivante dall’assenza dell’insetto prevalga sull’aspetto salutistico. Sull’argomento interviene ora anche Beppe Grillo dando voce a chi conduce una giusta battaglia nel segno della salute.

Meglio le Zanzare degli insetticidi!

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Siccità, afa e canicola estiva, manca il coraggio per le giuste scelte.

In estati torride e afose come quella che stiamo vivendo sia dal punto di vista civile che agricolo, si sente spesso parlare di risorse idriche in costante diminuzione e di crescenti allarmi per il futuro. C’è grande preoccupazione ma le proposte concrete scarseggiano, eppure sono proprio momenti come quello che stiamo vivendo, molto simile all’estate 2003 che dovrebbero portare la nostra società ad affrontare serenamente il problema per poter prendere le giuste e dovute contromisure. Oltre a non affrontare l’argomento con la giusta determinazione, le azioni della nostra società vanno nella direzione opposta, quella che ci porterà ad essere sempre più vittime del clima. Si continua a cementificare e a costruire, le città diventano sempre più affollate, le auto vengono utilizzate in modo smisurato, come i condizionatori (si refrigera ormai ogni edificio con conseguente riscaldamento e umidificazione dell’ambiente cittadino). Anche le piante ad alto fusto non hanno più la presenza che dovrebbero avere, sono anche scomparse dagli argini delle strade perché sono un potenziale pericolo. L’acqua scarseggia ma la costruzione di Invasi che rappresenterebbero un importante rimedio è sempre osteggiata e l’agricoltura ne fa costantemente le spese. Come sempre si fanno tante parole ma il coraggio per le giuste scelte continua a mancare.

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Disinfestazioni anti – zanzara, sono tossiche?

Le zanzare rappresentano da sempre un problema notevole, una minaccia per il nostro benessere ma anche economica per le località turistiche (pesanti infestazioni possono condizionare in modo estremamente negativo le presenze di turisti). Il problema “zanzare” ha anche un costo sociale notevole visti i capitali investiti nella ricerca e per le disinfestazioni, spesso però con risultati insoddisfacenti.

Il rimedio più utilizzato sono le disinfestazioni, economiche ed efficaci ma troppo spesso non salutari per il nostro organismo. Alcuni insetticidi utilizzati sono tutt’altro che atossici e hanno una forte persistenza nell’ambiente (è proprio la forte residualità una delle ragioni della loro efficacia). L’impressione è che il benessere derivato dall’assenza del temuto insetto prevalga sull’aspetto salutistico ed è a mio modo di vedere un’errore.

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Siccità, troppe parole al vento.

Mentre la siccità e il ritardo nella costruzione di infrastrutture destinate a migliorare la disponibilità idrica del nostro territorio si stanno rivelando come il peggior nemico dell’agricoltura italiana, si sprecano dibattiti, pareri e polemiche basate per lo più su parole e teoremi evanescenti. Sotto accusa finiscono le coltivazioni (troppo esigenti) e la rete irrigua troppo dispersiva (tesi banali e troppo spesso indice di una non completa conoscenza dell’argomento). Per chi opera nel settore è ha le competenze tecniche del caso il problema è uno solo ed è la necessità di infrastrutture, soprattutto invasi. Le esigenze crescenti di risorse idriche possono essere soddisfatte solo accumulando acqua nei periodi in cui è possibile farlo. Assurdo pensare di risolvere il problema diminuendo drasticamente i consumi, magari con il ricorso a coltivazioni poco esigenti ma anche dalla produzione limitata, il problema non verrebbe risolto e sarebbe la fine della nostra agricoltura. Il territorio Italiano ha urgente bisogno di dighe e invasi, ignorare questo problema procrastinando gli interventi necessari potrebbe in futuro creare notevoli problemi di natura economica e igienico sanitaria.

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In Baraggia è già emergenza idrica.

Il clima arido incombe sui pregiati risi di Baraggia. Non piove da molti giorni e molte risaie sono quasi asciutte. E’ una situazione che si ripropone spesso negli ultimi anni e dimostra come questo territorio, dove si coltivano pregiati risi come il Carnaroli, il Sant’Andrea, il Baldo e l’Arborio, necessita di importanti infrastrutture. La volontà, i mezzi e le competenze necessarie per creare infrastrutture come invasi e canali ci sono, ma spesso le esigenze del territorio devono confrontarsi con pregiudizi e allarmismi spesso immotivati.
La qualità dei risi di Baraggia, primo fra tutti il Carnaroli, non può e non deve essere condizionata da assurde avversioni nei confronti del naturale progresso che vede gli invasi come strumento indispensabile per gestire le esigenze idriche ed in parte energetiche del futuro.

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Greenplanet, sempre interessante anche se un po’ di parte.

Le elezioni si avvicinano e molti siti e blog, per quanto importanti siano non riescono a rimanere imparziali. E’ successo anche a Greenplanet, un sito più volte linkato dal sottoscritto e che negli ultimi tempi ha gestito alcune informazioni e commenti da un punto di vista un po’ troppo di parte. Ovviamente la stima e l’utilità che ho sempre riconosciuto a questo sito rimangono immutate, ma credo che queste leggerezze finiscano col ridurre la credibilità di chi fa informazione.

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Ogm: una tecnologia importante ma non sempre indispensabile.

Io da sempre vedo la questione Ogm da un doppio lato, da una parte la mia attività, la mia propensione alla ricerca della qualità assoluta, e l’amore per l’agricoltura e l’ambiente, dall’altro gli studi in Scienze Biologiche con indirizzo Biologico Molecolare e l’amore per la ricerca. Ricerca non ne ho fatta molta (ai tempi del mio corso di laurea si preparava una tesi sperimentale che seguiva un’attività di laboratorio di almeno due anni), ma ne ho fatta a sufficienza per arrivare ad assaporare i gusti e le sensazioni positive che questo lavoro può dare. Ovviamente la mia esperienza è stata fatta con la libertà e con la serenità di uno studente che deve completare un corso di studi.

I miei studi, mi hanno fatto capire, senza alcun dubbio, che il transgenico è una tecnologia alla quale non si può rinunciare, è troppo importante ed ha potenzialità illimitate. L’esempio più semplice sono le colture di Hescherichia coli ingegnerizzato che producono insulina.

Nonostante questo, sono contrario all’applicazione delle coltivazioni Ogm nell’agricoltura italiana. Perché? L’agricoltura italiana è fatta di produzioni particolari spesso altamente selezionate, è inutile fare esempi, vi sono peculiarità ovunque; ovviamente queste produzioni, sono certamente sotto il profilo qualitativo migliori rispetto alle omologhe straniere, Ogm e non, ma sotto il profilo quantitativo e della rusticità si dimostrano inferiori. Se ragioniamo solo a quantità e convenienza, e quindi guardiamo solo al profitto, la risposta è scontata, ma visto che la nostra natura italiana, ci ha insegnato ad apprezzare quei gusti particolari che solo noi abbiamo, dobbiamo fare di tutto per preservare i nostri prodotti e dobbiamo evitare qualsiasi cosa che li possa contaminare. Cosa farei io se il mio riso Carnaroli un domani e a causa di contaminazioni geniche non avesse più le caratteristiche che lo rendono unico al mondo?

Il mio no alle coltivazioni Ogm è dovuto anche a ragioni di politica agraria, in quanto nella nostra nazione ci sono i prodotti agricoli di miglior qualità, sono veramente tanti e sono sempre più apprezzati all’estero, è il nostro unico asso nella manica, la sfida della quantità e dell’agricoltura di massa l’abbiamo persa già da un pezzo. E’ saggio in questo mercato globalizzato pensare che in futuro la nostra agricoltura possa essere competitiva sui prodotti di massa? Credo proprio di no, ma nel dubbio, c’è sempre la qualità e la peculiarità della nostra agricoltura, che è grande, e come tale merita il massimo rispetto.

 

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Influenza aviaria, la preoccupazione aumenta.

Il dibattito attorno all’influenza aviaria ha avuto sempre visioni contrastanti, da quelle più ottimistiche e tendenti a minimizzare il problema, a quelle catastrofiche.

Io non ho mai nascosto la mia preoccupazione, ed i fatti degli ultimi giorni mi stanno dando purtroppo ragione. H5N1 sta evolvendo e pare stia aumentando la propria affinità nei confronti dell’uomo. Le ultime notizie, parlano anche di contagio uomo – uomo che potrebbe già essersi verificato. Personalmente sono abituato a non sottovalutare mai le valutazione di qualsiasi studioso, soprattutto se affermato, perché la materia è molto complessa e non completamente conosciuta.

 

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Influenza aviaria: in pochi ne parlano, e a volte non lo fanno correttamente.

Leggendo i pochi articoli ancora pubblicati sull’influenza aviaria, mi rendo conto che in molti ignorano la pericolosità dei Virus. Tra i pochi, anche Beppe Grillo parla dell’influenza aviaria, e lo fa con molta spavalderia. Con tutto il rispetto per Beppe, che stimo molto, non considero saggio affrontare in questi termini l’argomento. Il Tamiflu è stato un grande affare per le compagnie farmaceutiche, ma cosa doveva fare lo stato italiano, se non adottare le uniche precauzioni a disposizione? Consiglio a tutti di non cantare vittoria troppo presto, e di evitare di fare i conti relativi all’influenza aviaria. Con i Virus non si scherza e non è mai troppa la prevenzione.

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