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Alimentazione senza regole, tanto c’è il bisturi.

Le richieste di interventi di chirurgia estetica aumentano incredibilmente tra i giovani under 18. Liposuzione e seno le richieste più frequenti che molti genitori europei sono pronti a soddisfare e molti medici ad operare. E’ sconcertante questa sconfitta della società in cui i giovani non riescono più a trovare se stessi. I giovani d’oggi sembrano inseguire il miraggio della bellezza e della perfezione fisica ma non sono granchè disposti a soffrire per questa. Una corretta alimentazione abbinata a sana attività fisica rendono belli e snelli i corpi di qualsiasi giovane che per esprimere il proprio fascino non ha assolutamente bisogno dei ritocchi del chirurgo. Ad aiutare i giovani non ci sono certo gli esempi dei genitori, anch’essi di una generazione non più capace di accettare il proprio aspetto e il suo naturale invecchiamento (da leggere Ragazzo di Massimo Fini).
Quello che più ci inquieta è la scarsa attenzione che si presta all’alimentazione, cibo veloce, condito, fritto, dolciumi di ogni genere, ecc. ecc., tutto sempre e in abbondanza. Nessun accorgimento e incapacità di predisporsi un piano calorico appropriato, come se non servisse, tanto il rimedio chirurgico è alla portata di tutti. Vediamo in molti giovani una predisposizione a non valutare accuratamente le conseguenze delle loro azioni e forse alla base di questo comportamento c’è la facilità di arrivare al rimedio estremo.

L’agricoltura e la ricerca della massima produzione, un’obbligo di questi tempi.

I mercati internazionali del riso, il cereale più diffuso al mondo, hanno segnato in queste ultime settimane una crescita iperbolica dei prezzi. E’ un fatto sconvolgente dovuto essenzialmente alle scorte di prodotto ridotte ai minimi. La disponibilità di riso nei mercati internazionali è anche diminuita per via dell’incremento dei consumi interni di molti stati tradizionalmente esportatori. La situazione è seria e impone al mondo agricolo la ricerca della massima produzione possibile, uno scenario impensabile fino a pochi anni fa per noi italiani, dove si finanziava per lasciare le superfici incolte. Negli ultimi anni sembrava inoltre che il futuro di parte dell’agricoltura fosse destinato alla produzione di energia ma le notizie di questi ultimi giorni mettono al primo posto l’esigenza di produrre per l’alimentazione umana. Oltretutto è un’esigenza che sembra non lasciare spazio ad altre forme di coltivazione se non a quelle portate alla ricerca della produttività massima. L’agricoltura si trova in un momento di grandi interrogativi e probabilmente di svolte epocali. Il mondo ha fame ed è indispensabile produrre, produrre di più.
Riflettiamoci.

La Monnezza e la ristorazione veloce.

Che fine ha fatto la raccolta differenziata? A chiederselo sono in molti guardando i mucchi di mondezza sparpagliati per le strade d’Italia e che stanno riempiendo impietosamente quelle tristi buche chiamate discariche. Sono in molti a chiedersi all’interno di tutto quel pattume quale sia ad esempio la percentuale di rifiuti organici facilmente recuperabili e restituibili senza danno all’ambiente. Alcuni sono andati anche a guardare alcuni sistemi di ristorazione veloce che a quando pare non fanno della raccolta differenziata il loro fiore all’occhiello e utilizzano comodi armadietti che inghiottono l’intero contenuto dei tristi vassoi di plastica in cui si mangia. Carta, plastica, polistirolo e pezzi di cibo, tutti “sostenibilmente “ insieme nello stesso sacco scuro.
Importante e non mi riferisco a nessuno in particolare, è fare in fretta e ridurre i costi di mano d’opera, esorbitanti in Italia. La strada sicuramente non è quella giusta perché l’ambiente sta per presentare il conto che si preannuncia salato. Nel frattempo godiamoci la nostra immagine internazionale che di questi tempi a colpi di “mondezza” è stata veicolata in tutto il globo.

Inutile educare al sesso, c’è la pillola del giorno dopo. 1000 al giorno in Italia.

I ragazzini del giorno d’oggi si amano troppo per utilizzare il preservativo, quello strano mezzo che toglie sensibilità ma che da sicurezza. Gonorrea, Erpes genitalis e anche Sifilide, tutti in aumento. Anche il temutissimo HIV sembra oggi non far più paura. Che generazione di rammolliti stiamo tirando su, al primo posto nella vita mettono il piacere assoluto, senza riserve, condizioni e doveri. Che fine hanno fatto i genitori ed il loro ruolo educativo, il loro saper responsabilizzare i figli nei confronti della vita e degli atti che la generano. L’unico freno sembra essere la gravidanza indesiderata, è solo quello il problema che un figlio ti può creare. E’ meglio quindi prevenire e non serve neanche farlo in modo serio, tanto c’è la pillola del giorno dopo. Nel dubbio è meglio prenderla, tanto ne vanno via 1000 al giorno solo in Italia. Un bel bocconcino di ormoni ed è tutto a posto. Il sesso protetto e fatto seriamente lasciamolo agli idioti, quelli che sanno rinunciare ad un po’ di piacere e che rispettano la vita.

L’Europa ha tradito, il rialzo esponenziale dei tassi ha messo in ginocchio le famiglie e la fiducia nell’Euro. Quest’Europa delle banche la sentiamo sempre un po’ meno nostra.

Sono moltissimi gli italiani che hanno fatto mutui a tasso variabile, compreso il sottoscritto e che hanno subito l’impennata delle rate dovute all’innalzamento dei tassi. Impegnarsi in un mutuo è la cosa più naturale per giovani e famiglie desiderosi di crescere e di dare stabilità al proprio futuro. E’ la cosa più naturale anche per il settore del credito, quella di finanziare progetti concreti come l’acquisto della prima casa. A non essere normale è la crescita che hanno avuto i tassi negli ultimi due anni e che hanno ridotto sul lastrico moltissime famiglie della nostra Nazione. L’Europa è più delle banche che non del suo popolo, il dubbio che c’è sempre stato ora ci sembra certezza e siamo preoccupati per i risvolti sociali che questa frattura potrebbe determinare. Le famiglie costrette a svendere perché il loro mutuo è diventato insostenibile rappresentano una frattura difficilmente sanabile anche perché le ragioni dell’impennata dei tassi sono ai più non chiare.
Personalmente invito tutti a non mollare anche se è difficile andare avanti anche perché non c’è più fiducia nei confronti del settore del credito e nelle istituzioni che dovrebbero garantire stabilità. Privilegiare le grandi rendite finanziare a scapito della piccola impresa e della famiglia fa perdere solidità alla nostra società e costituirà un freno allo sviluppo.
Un’altra raccomandazione che mi sento di fare è quella di riprendere l’abitudine di contrattare ripetutamente i servizi e le condizioni che le banche ci applicano, non avendo il timore di spostarsi da un’istituto all’altro, troppe certezze diamo come clienti e spesso veniamo ripagati

L’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, chiarezza per prima cosa, il consumatore ha il diritto di sapere a chi è destinato quello che spende.

Quanto costa al dettaglio, nei normali supermercati un litro di latte? Anche 1,50 euro. Quanto costa acquistare un litro di latte direttamente in stalla? Meno di 0,35 €, un terzo a non essere pignoli. Certo, siamo lontani dalle 10 – 20 volte dei prodotti ortofrutticoli ma in momenti di crisi come questi è doveroso essere scrupolosi prima di tutto sui prodotti base.
La popolazione italiana si appresta a subire il preannunciato aumento dei prodotti alimentari, dovuto secondo i distributori (chi vende il prodotto finito) all’aumento dei prezzi delle materie prime. Le materie prime sono certamente aumentate ma a me sembra che siano aumentati anche i ricarichi degli altri componenti della filiera. Il caso del latte è emblematico in quanto è prima di tutti l’allevatore a subire gli aumenti delle derrate necessarie ad alimentare il bestiame ma non vede altresì aumentare granché il prezzo di realizzo del latte che conferisce.
La verità è che ci sono due pesi e due misure ed il range tra produzione e distribuzione continua ad aprirsi. Chi produce vede costantemente la riduzione dei propri margini ed ha come unica ancora di salvezza l’aumento della produzione mentre chi distribuisce non perde occasione e scusa per gridare all’aumento. E’ un gioco al massacro che oltre ad avere ripercussioni su produttori e consumatori rende sempre meno equa la ripartizione dei proventi alla filiera. E’ pertanto giusto che chi produce faccia chiarezza e informi i consumatori sulla realtà dei prezzi, perché chi saprà avrà i mezzi per valutare.

Evadere per sopravvivere.

Secondo molte delle forze politiche di maggioranza l’evasione fiscale è uno dei problemi principali della nostra Nazione. Potrebbe essere vero ma prima di esprimere una valutazione completa è doveroso valutare le diverse tipologie di evasione e i diversi motivi che spingono a praticarla.

Le ragioni dell’evasione sono molteplici anche se indiscutibilmente quella primaria riguarda l’aspettativa di maggior guadagno. In molti casi ad evadere sono invece soggetti costretti da un sistema che impone loro questa condizione per poter lavorare. In molti altri casi, i più drammatici, evadere è la sola ragione di sopravvivenza dell’azienda, in altre parole senza un po’ di nero l’azienda non campa. Questo ragionamento mi spinge a sostenere che l’evasione fiscale è un problema al quale si attribuisce troppa importanza. Sicuramente l’evasione per puro scopo di lucro, quella praticata per moltiplicare i propri guadagni è un grande problema oltre che ingiustizia sociale e andrebbe combattuta con ogni mezzo. La guerra però a me pare la si faccia principalmente agli altri due soggetti, quelli per cui evadere è d’obbligo, una ragione di sopravvivenza. Se il problema sono questi ultimi soggetti o meglio l’evasione per sopravvivenza, i conti non tornano perché recuperare le somme evase porterebbe inevitabilmente alla chiusura di queste aziende con un grave danno per il nostro paese.

Senza giri di parole la questione evasione fiscale è un’altra, è inutile pretendere che alcune aziende rispettino una tassazione per loro non sostenibile. Solo tasse più eque possono garantire il rispetto delle regole e la creazione di un sistema fiscale giusto ed efficiente. E’ inutile questo accanimento nei confronti di chi non può fare altrimenti. Diverso invece il discorso nei confronti di chi evade per lucro che guarda caso si tratta anche di chi fa girare in nero le cifre più grosse, questo si è un grosso problema che tutti conoscono e che tutti vedono ma nessuno combatte.

Inutile pretendere sempre dai più deboli.

Ha ancora senso assumersi il rischio d’impresa?

Assolutamente no, non ha più alcun senso. La pressione fiscale su chi lavora per proprio conto ha raggiunto livelli insostenibili. Il margine non c’è più, meglio lavorare da dipendenti, senza esporsi più di tanto e guadagnando molte volte di più del povero sfigato che insiste con la propria attività.
La delusione che vedo in molti giovani mi fa molto male; giovani imprenditori volenterosi e motivati, costretti a chiudere le loro attività perchè sconvenienti a causa delle troppe tasse. Vedo in molte persone anche uno sconforto che a volte sconfina nella depressione e questo mi fa ancora più male perchè so bene a cosa può portare. Nemmeno il rischio d’impresa è gratificato.
Mi chiedo dove andremo a finire così.

Anno Zero e il video Bbc, tanti soldi spesi e tanto fiato sprecato per un documento pieno di inesattezze.

Apprendo dal sito di Beppe Grillo che la Rai ha speso 20000 € per il famigerato video Bbc trasmesso durante Anno Zero. Ho già fatto notare che ci sarebbero molti altri problemi urgenti da affrontare sul tema pedofilia, ed in molti si sono indignati leggendo l’articolo di Lorenzo Cairoli, da me segnalato come uno di quelli assolutamente da leggere (articolo che è stato fatto circolare in massa nella rete). In molti hanno capito quindi che nel mondo ci sono situazioni legate alla pedofilia che richiedono interventi improcrastinabili. Ecco perché ritengo assurdo tutto il clamore sollevato per un video, quello della Bbc, del quale non si era neanche verificata la completa veridicità. Liborio Butera, grazie ad un’attenta analisi ci spiega perché.

 

Anno Zero, Santoro e il video Bbc, solo questo c’è da dire sulla pedofilia.

Grazie al video Bbc Anno Zero ha avuto la sua serata di gloria. E ora? Dopo tutto questo chiasso cosa ci resta? A parer mio nulla, anche ammessa la veridicità del video, si tratterebbe di una goccia d’acqua nell’oceano della pedofilia. Tanto rumore per nulla quindi ed un problema grave, quello della pedofilia che assume dimensioni sempre più vaste con un’infinità di bambini vittime di abusi, e non saranno certo le serate di Anno Zero ad alleviare i loro problemi.

Mancano pochi giorni al 25 giugno, la giornata dell’orgoglio pedofilo e da noi in questi giorni sembra che il problema pedofilia sia legato esclusivamente al video Bbc. Questo gran perdere tempo, questo vedere i problemi in modo superficiale e solo quando fanno scandalo, mi rattrista profondamente. Penso a tutti i bambini che soffrono, spesso costretti in sudice stanze del sesso a soddisfare le esigenze degli squallidi turisti della pedofilia. Penso ai bambini che subiscono violenze anche all’interno di quel tetto, quello domestico che dovrebbe proteggerli e invece diventa il loro incubo. Penso a quella bambina che circa un mese fa è stata rapita in Portogallo e si teme sia finita nella spietata rete dei pedofili. Penso alla povera bambina Rosario, morta per un pezzo di vibratore che qualcuno gli ha conficcato nel ventre (da leggere questo articolo di Lorenzo Cairoli, io l’ho letto due mesi fa e sono ancora sconvolto).

Si continui pure con questa storia del video della Bbc, è il solito approccio superficiale in cerca delle solite polemiche che sono tanto intense quanto evanescenti. Si continui pure a parole, i fatti restano in pochi a farli e i bambini bisognosi rimangono in attesa di aiuto. Siamo ormai abituati a questo uso dei media, affrontare i problemi alla radice costa molti più sacrifici e da anche meno risultati in termini di audience, in barba al servizio pubblico e  alla corretta informazione.