Buon Lavoro al Governo Monti.

E’ doveroso esprimere soddisfazione per il nuovo Governo guidato da Mario Monti. E’ un Governo costituito da persone di grande spessore ed è stato voluto fortemente dal Presidente della Repubblica Napolitano che nell’occasione ha dato grande esempio di correttezza istituzionale e di bravura.
Il Governo Monti è apprezzato un po’ da tutti, a parte rare eccezioni peraltro scontate e figlie di quella teoria politica dello stare in disparte quando ci sono decisioni difficili da prendere al fine di non scontentare il proprio elettorato.
Oggi si respira una ventata di aria nuova, una sensazione di sollievo dopo anni di scontri politici costanti e senza senso. Probabilmente l’Italia non è ancora pronta per il bipolarismo perchè manca la capacità da parte dei politici e dei loro sostenitori di accettare i risultati elettorali. Meglio affidarsi quindi a governi condivisi da più fazioni politiche.
E’ un vero peccato infine che i soliti faziosi della politica abbiano fatto iniziare questa nuova e promettente fase politica con comportamenti inqualificabili all’atto delle dimissioni di Berlusconi.

L’Italia sta volando al tappeto ma c’è anche chi è pronto a festeggiare.

Quella i oggi è per l’Italia una delle giornate più lunghe e più tristi.
Tutti hanno ormai capito che siamo sull’orlo di un precipizio tranne la politica italiana e i suoi attori principali.
Sembra quasi che la politica viva in un mondo diverso dal nostro, un game dove si gareggia per conquistare il potere. La situazione economica con il dramma della crisi che si fa sempre più irreversibile ed i nostri politici che proseguono con quella ridicola conta di quei 3 o 4 numeri che tengono in piedi o buttano giù il governo.
E’ clamoroso ma prima di risolvere i problemi che ha la Nazione, unica ragione che ha spinto gli elettori italiani a votare sia chi si trova tra le poltrone di maggioranza e sia chi si trova tra quelle di minoranza, c’è sempre da conquistare il potere.
Il bene dell’Italia non viene mai prima della conquista del potere politico, sempre dopo.
E’ pazzesco poi che da almeno un anno una folta schiera di politici all’opposizione, compresi alcuni eletti nella maggioranza continuino imperterriti a chiedere il “passo indietro” a chi ha vinto le elezioni, senza considerare minimamente la possibilità di farne uno proprio di “passo indietro”, sempre per il bene dell’Italia.
Non c’è purtroppo sufficiente senso dello stato ed il dramma sta nel constatare che questa lacuna riguarda tutti.
Questa gente non ha però capito che le loro battaglie per il potere riguardano poco gli italiani che avrebbero il diritto di aspettarsi governi efficienti, duraturi e capaci di dare risposte all’Europa.
Questa gazzarra politica non ci riguarda, non ci rappresenta e ci sta facendo solo del male, soprattutto a livello economico, con le imprese italiane sempre più in difficoltà.
Vedo con amarezza che c’è anche chi è pronto a festeggiare, con panettoni e magari anche Champagne. Tanto, poco importa lo stato in cui versa la Nazione, c’è da vincere la battaglia politica.
Alla storia penso che consegneremo una delle annate politiche più assurde di sempre, proprio in corrispondenza di uno dei periodi economicamente più difficili e complicati per la nostra Nazione.
Io non mi sentirò mai rappresentato da questa gente, da questo parlamento che ha passato 5 anni a fare e disfare governi con innumerevoli salti di poltrona.
Sarebbe auspicabile una ventata nuova, politici giovani, coraggiosi e col carattere di alcune gloriose personalità del passato ma sono sogni. Si dovrà correre al voto, si dovrà farlo in fretta e saranno pochi i nomi nuovi nel prossimo parlamento, soprattutto tra i leader.

Sgomento per la crisi politica dell’Italia, le prossime elezioni con i soliti noti.

Provo forte sgomento per la situazione politica ed economica italiana. Mentre i mercati speculano sui nostri BTP e l’Europa chiede giustamente garanzie sulla riduzione del debito pubblico e sul rispetto delle regole che la coalizione di stati si è da sempre posta, in Italia assistiamo al solito “CAOS Politico”, uno sconcertante movimento di pedine e un’altrettanto deprimente susseguirsi di dichiarazioni inutile ed esclusivamente tese a distruggere più che a costruire.
Il Governo attuale e il suo presidente Berlusconi sono vicini alla conclusione anticipata del mandato, è ormai più inevitabile che evidente. E’ impensabile andare avanti in questo modo soprattutto perchè pare che il rispetto degli impegni presi in campagna elettorale interessi a pochi.
Presto si andrà ad elezioni, penso nel 2012, non prima perchè c’è bisogno come sempre di tanta campagna elettorale, di quei fiumi di parole che sono tutto nella politica italiana.
Non si illuda nessuno però che l’avvento di nuove elezioni sia da considerarsi come una svolta perchè le persone, i politici che si contenderanno le poltrone sono esattamente gli stessi che oggi siedono in Parlamento, gli stessi che avevano vinto le elezioni con Prodi nel 2006 e che dopo due soli anni hanno fatto crollare la maggioranza di centro sinistra. Questi ultimi sfideranno quello che resta di quel Pdl che aveva vinto nel 2008 e che dopo due soli anni è stato vittima di guerre intestine senza precedenti.
Questo è ciò che ha caratterizzato lo scenario politico italiano negli ultimi 5 anni, coalizioni vittoriose, maggioranze distrutte e pochi risultati per il paese. Per rendersi conto di quanto sia deludente questa situazione, basta pensare a come in alcuni stati del mondo chi viene eletto governa per 5 anni, 5 anni di lavoro. Noi italiani invece siamo particolari, e in cinque anni ne abbiamo viste di cotte e di crude.
Si, le elezioni almeno serviranno per calmare i mercati ma non ci sarà nessuna svolta, gli uomini sono gli stessi.

Il rischio referendum sugli aiuti UE e il conseguente rischio default della Grecia hanno aiutato l’Europa.

Il Governo greco per un paio di giorni è stato fermamente deciso, l’idea era quella di fare un referendum popolare sugli aiuti dell’Unione Europea. Se è ovvio che l’UE non concede aiuti senza risposte politiche precise e garanzie di taglia al debito non è sembrato a tutti altrettanto ovvio che il popolo greco chiamato a decidere optasse per accettare gli aiuti anche a costo di sacrifici.
L’eventuale esito referendario contrario agli aiuti, un’opzione certamente probabile al pari di quella contraria, ha spaventato un po’ tutti in Europa perchè avrebbe avuto come conseguenza il default, il fallimento dello stato greco e la conseguente uscita dall’Euro.
In caso di default i titoli di stato greci avrebbero eguagliato i famigerati bond argentini, con gravi perdite per parecchi soggetti o stati in Europa.
Questo fatto ha fatto capire, soprattutto ai Leader europei dei paesi più esposti al debito greco che la corda si può tirare ma non troppo.
L’Europa ne ha tratto beneficio.

Sporche guerre. Messi da parte fucili e bombe oggi si combatte in borsa.

Oggi le battaglie si fanno in borsa. L’arma più efficace è il soldo virtuale, proprio quello che nella vita reale non conta niente perchè se non hai soldi non puoi comprare nulla. In borsa invece con il denaro virtuale qualcosa ci puoi fare e questo ci dice chiaramente di quanto il sistema sia irreale.
Questo meccanismo irreale ha però il potere di mettere in ginocchio persone, aziende e stati.
Altri li chiamano giochi di potere, io invece le chiamo sporche guerre, per nulla diverse da quelle di liberazione o dei portatori di democrazia che guarda caso vengono sempre fatte contro stati economicamente interessanti.
Siamo in guerra e la cosa più sconcertante è che gli italiani non hanno ancora capito che il nemico prima di tutto arriva da fuori.
Forse quando la guerra che da mesi ci stanno facendo contro ci avrà definitivamente abbattuto torneremo ad essere uno stato che insegue un’obiettivo comune.

Attacco all’Italia!!! L’Europa ci vuole al tappeto!

E’ ormai evidente anche agli occhi meno esperti che l’Italia sia sotto attacco. Non so se chiamarlo speculativo o in altro modo, ma si tratta di un attacco tremendo al nostro paese. L’europa, dove la e è volutamente minuscola, l’unione di stati in cui abbiamo messo il nostro futuro, latita o meglio non fa nulla per arginare l’attacco economico senza precedenti che stiamo subendo.
Non c’è ragione che possa spiegare questa vendita in massa di Titoli di stato italiani da parte di entità di quell’europa in cui, ribadisco, abbiamo riposto il nostro futuro. Non c’è ragione se non quella che sia proprio l’europa stessa a volerci al tappeto. Manca poco e sarà bailout anche per l’Italia, il rendimento dei btp decennali è vicino al quel 7% che è considerato un po’ da tutti come il punto di non ritorno.
Non c’è speranza, non è questioni di misure anticrisi, di politica o di governabilità, i nostri “amici” europei pare abbiano proprio deciso così e vogliono l’italia al tappeto. Quel punto percentuale dal 6 al 7% lo chiuderemo in fretta, in molto meno tempo rispetto a Grecia, Irlanda e Portogallo, nonostante il nostro rapporto debito/pil sia ben altra cosa rispetto a questi stati. Arriveremo presto al 7%, il punto di non ritorno perchè è li che ci vogliono far arrivare.
Ci aspettano tempi duri ma forse torneremo ad essere una Nazione, riprenderemo a lottare tutti uniti per il nostro futuro.
L’europa delle banche dal canto suo avrà quello che voleva ma temo non abbia fatto i conti con il popolo italiano e la sua caparbietà e raccoglierà quello che avrà seminato.
Forse l’Italia dovrebbe concentrarsi su altri orizzonti, magari quelli dei paesi emergenti come Cina, India e Brasile, senza trascurare la Russia e altre realtà che potrebbero investire nel nostro futuro. Questo perchè se c’è una cosa certa è che noi italiani un futuro ce l’avremo, a costo di grandi sacrifici ma ce l’avremo.
Guardino bene anche al futuro dei loro paesi quei politici “europei” dalla risata facile, la notte arriva per tutti.

Ahmad Shah Massoud, il grande Leone del Panshir.


Dieci anni fa due finti giornalisti con una bomba all’interno di una telecamera uccisero il grande Ahmad Shah Massoud, il Leone del Panshir.
Uomo di grande personalità Massoud, oltre che persona di notevole spessore e formidabile stratega durante la guerra con la Russia.
Ho imparato a conoscerlo leggendo Ettore Mo e nella sua biografia scritta da Barry Michael.

La crisi rischia di esplodere ma ci sono le vacanze. La figuraccia mondiale del Senato italiano in tempi di crisi.

In questi giorni in cui il caldo estivo è tornato a farsi sentire, ai cittadini italiani più attenti non è sfuggita l’immagine dei gioni scorsi del senato semivuoto. Solo 11 senatori a dare l’avvio alla discussione sulla manovra correttiva da 45,5 miliardi di euro.
Il parlamento non dovrebbe mai essere mai vuoto, figuriamoci in momenti come questo in cui la crisi economica che ci sta attanagliando sta per esplodere.
Come sempre l’impressione è che in Italia le ferie, le vacanze, abbiano la priorità su tutto. W l’Italia, occhi foderati e tappi nelle orecchie, siamo in vacanza e ci risveglieremo solo quando sarà terminata. Troppo comodo…
Il problema è che quest’anno l’Italia rischia di risvegliarsi dal suo assurdo mese di agosto con le ossa rotte, con una situazione economica che potrebbe essere irreversibile. Questo perchè la crisi in cui siamo caduti è potenzialmente esplosiva e non sappiamo e non riusciamo ad intuire in che tipo di baratro potrebbe portarci.
Questo non basta a riempire il Senato, non avevamo dubbi, sono in molti ad avere la pagnotta garantita, normale che non si preoccupino, c’hanno la vita da godersi. Pazienza poi se l’immagine che diamo in Europa è pessima visto che la foto del senato in tempi di crisi ha fatto il giro del mondo, le responsabilità sono sempre di altri. Leggo inoltre che alcuni senatori abbiano anche reagito male alle polemiche sulle assenze, alcuni big, parlano di polemiche ipocrite e ingiustificate ma dov’è finito il senso di responsabilità!
Dov’è finito il senso di responsabilità! Il senso di rispetto nei confronti di tutti i cittadini chiamati a fare sacrifici! Il senso dello stato e del ruolo che si occupa!
E’ questa l’Italia di oggi, forse raggiuto il baratro ci sarà un risveglio generale e si tornerà a dare il giusto valore alle cose.

La pizza? E’ ancora possibile gustarne una fatta ad arte?

La pizza è un piatto che non mi stanca mai. Per una pizza fatta ad arte potrei rinunciare a qualsiasi altra tipologia di pasto.
Negli ultimi mesi ho mangiato in diverse occasioni la pizza, in diverse regioni d’Italia e in molteplici tipologie di locali, dal tipo fast food al ristorante pizzeria di ottimo livello. Oltre al nome “pizza” forse nemmeno i vivaci colori di questo piatto simbolo riescono ad accomunare le varie tipologie di pizza che si possono consumare in giro per l’Italia.
La ricetta eppure è la stessa, possono cambiare gli ingredienti che la caratterizzano ma è la qualità di questi e soprattutto di quelli base a fare la differenza. Per prima la pasta, sembra incredibile ma trovare una pizza fatta con una buona pasta è impresa ardua, la passata di pomodoro, ingrediente banale ma di pessima qualità in molte pizze. Infine la mozzarella, o meglio il formaggio perchè in molte pizze è quello che ci finisce e per di più anche di qualità discutibile.
In conclusione, per fare una buona pizza servirebbero ingredienti semplici ma semplicemente veri e non surrogati.
Consumare una pizza fatta ad arte come la ricetta insegna è fortunatamente ancora possibile ma assolutamente non scontato, i nomi ormai dicono tutto o niente.

Perchè alcuni lavori sono stati abbandonati dal popolo italiano?

E’ una domanda che mi pongo insistentemente da molto tempo: perchè i ragazzi italiani non vogliono più fare alcuni lavori?
Purtroppo di risposte giustificabili non ne trovo, non c’è ragione logica che possa spiegare l’aver lasciato posti e posti di lavoro alla concorrenza che arriva dall’estero.
L’Italia è un paese aperto e accogliente e ovviamente ha un mercato del lavoro che è libero. E’ ovvio che ci sia concorrenza visto e considerato che ogni azienda in grado di assumere deve guardare con molta attenzione al proprio bilancio. La concorrenza però non ha portato ad abbassamenti smisurati degli stipendi, nascondersi dietro al fatto che chi arriva dall’estero accetti di guadagnare meno è un errore perchè assolutamente non veritiero (trascurando ovviamente i casi incivili perchè quelli non andrebbero tollerati).
Forse i giovani italiani non vogliono più fare la necessaria gavetta che si è sempre fatta in passato, forse non vogliono più fare i lavori faticosi e umili, forse nutrono giustamente aspettative di un certo tipo per il loro futuro, coltivano i loro sogni e vogliono un lavoro di primo piano. Purtroppo però la vita ci riserva solo alcune opzioni, alcune sfruttabili esclusivamente se disposti a sacrifici e alla dedizione al lavoro, quello che ci permette di costruirci un futuro.
Risposte fatico a darmene ma credo sia opportuno rivedere il concetto di utilità del lavoro.
Il Lavoro non è un sacrificio o uno sforzo da compiere. Lavorare non è sottrarre momenti di libertà alla nostra vita. Il Lavoro è ciò che ci permette di essere liberi e autonomi.
Temo sia soprattutto chi tutela i lavoratori e ne fa le veci ad aver smarrito il concetto di “Lavoro”.
Urge chiarirsi bene le idee perchè la concorrenza, professionale e disciplinata avanza e lascia sempre meno spazi liberi.